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lunedì 5 ottobre 2015

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Breve presentazione dell'economia dinamica

 Il meccanismo degli scambi, in economia, è l'insieme delle interazioni tra unità che tentano di scambiare qualcosa sotto opportuni vincoli. Il vincolo più importante è rappresentato dal totale di tutto ciò che può essere prodotto. Questo è un insieme eterogeneo di merci o servizi e può essere tradotto in ricchezza complessiva solo impiegando i prezzi delle singole merci.
È importante comprendere, innanzitutto, cos’è che scambiano le unità. Secondo la dottrina neoclassica, le unità scambiano merci e, tra queste, la moneta che è una merce rappresentativa che facilita gli scambi e rappresenta una riserva di valore. Quest’assunzione comporta grossi inconvenienti nella definizione di ricchezza e conduce, necessariamente, a definire dei prezzi reali che vanno distinti da quelli nominali. Il prezzo reale si forma solo in condizioni di equilibrio tra domanda e offerta, per la precisione in condizioni di equilibrio macroeconomico generale.
Il grosso inconveniente che comporta questo tipo di assunzione è che l’economia deve essere vista come qualcosa di statico, priva di ogni evoluzione temporale. Grave lacuna di questa impostazione è che essa non fa alcun riferimento a come viaggia l’informazione tra gli operatori economici e, soprattutto, cos’è che si occupa di trasferire questa informazione.
Nella realtà i fatti economici evolvono temporalmente entro cicli, solo al termine dei quali, può trarsi informazione sul successo o insuccesso ottenuto. Non è possibile sapere a priori come un ciclo evolverà, salvo che i cicli non siano ricorrenti. In queste condizioni, nel sistema economico reale non c’è nessuno che abbia un’informazione completa.
Le discipline scientifiche moderne che analizzano la realtà sono concordi nell’affermare che in natura non esiste alcun equilibrio, ma solo molteplicità e divenire e, ormai, la teoria dell’informazione e il verso in cui questa viaggia, sempre concordemente all’asse dei tempi, sta assumendo un ruolo sempre più importante, persino nella comprensione del funzionamento dell’intima struttura della materia.
L’inconveniente citato può essere, perciò, superato solo in un modo: rinunciando a ritenere che le unità scambino merce ma ipotizzando che essi scambino qualcos’altro che si faccia carico di trasferire informazione.  Questo qualcos’altro deve essere necessariamente la moneta; in particolare, il veicolo di trasmissione dell’informazione sono proprio i prezzi monetari, non di equilibrio. L’informazione sul ciclo economico dipende quindi dal modo in cui variano i prezzi rispetto al ciclo precedente.
Riterremo, quindi, che le unità scambino moneta con un meccanismo del tipo D-M-D. Cioè, ogni scambio non è finalizzato a ottenere una merce ma, al contrario, la merce, o il servizio offerto, funziona da intermediario nello scambio di moneta e questi tipi di scambio sono finalizzati a ottenere un reddito monetario.
È a questo punto che entra in gioco il principio più importante del modello. Si ipotizza, infatti, che, in un sistema economico, del tutto privo di vincoli, e quindi omogeneo, la distribuzione dei redditi sia quella che ha la massima probabilità di verificarsi. Questo principio è detto: principio di massima entropia.
Vediamo cos’è questa grandezza che abbiamo chiamato entropia. Chi ha dimestichezza con le discipline scientifiche non ha bisogno di alcuna presentazione, giacché si tratta di una delle grandezze fisiche più importanti in campo scientifico e che sta alla base del secondo principio della termodinamica, probabilmente la legge più generale della fisica.
Dal momento, però, che stiamo parlando di fatti economici, serve chiarire bene di cosa stiamo parlando, con particolare riferimento all’economia. Nelle interazioni degli scambi monetari, le unità, sotto il vincolo suddetto della ricchezza complessiva, acquisiscono una certa quantità di pacchetti monetari. Il modo in cui questi pacchetti sono acquisiti è un fenomeno caotico soggetto a leggi di natura probabilistica. La probabilità che si abbia una data distribuzione di reddito è tanto più grande quanto maggiori sono le diverse configurazioni possibili che il sistema può raggiungere; queste configurazioni, tra loro differenti sono dette: microstati. Tanto più grande è il numero di microstati raggiungibili, per una data distribuzione dei redditi, e tanto più grande è la probabilità che tale distribuzione sia raggiunta. Poiché l’entropia è, per definizione, proporzionale al logaritmo della probabilità, allora la distribuzione dei redditi più probabile è quella che rende massima l’entropia.
Si noti che, in questo modo, stiamo ottenendo una configurazione univoca del sistema economico senza ricorrere ad alcun concetto di equilibrio, ma solo ricorrendo a una definizione di natura probabilistica di un evento caotico e dinamico. Pertanto è logico denominare questa modellazione come economia dinamica o, anche, econodinamica, parafrasando, così, la “termodinamica” che, in sostanza, determina leggi fisiche tra sistemi caotici che scambiano “pacchetti” di energia.
Dalla distribuzione dei redditi ottenuta è possibile determinare univocamente il reddito medio e il livello dei prezzi sulla base di una funzione di partizione del sistema economico.
Aspetti molto importanti di tale tipo di formalizzazione consistono nell’identificare le grandezze seguenti:
·         il “pacchetto” minimo che le unità scambiano;
·         il parametro esogeno che, nel rispetto del principio di massima entropia, determina univocamente la distribuzione dei redditi.
Nell’ambito del modello, si dimostra che il “pacchetto” di scambio minimo è la preferenza per la liquidità cioè il minimo di risorse monetarie che l’individuo vuole acquisire, a scopo precauzionale, per tenere lontano lo stato di necessità. Quando la preferenza per la liquidità cresce, al crescere dell’incertezza (che vedremo in seguito) il reddito si deprime.
Altra grandezza importante del modello è la velocità degli scambi, identificabile, in campo economico, con la velocità di circolazione della moneta.
Il parametro esogeno che determina univocamente la distribuzione dei redditi è l’emissione monetaria. Quest’assunto appare del tutto coerente con la teoria monetarista, al punto che, si dimostra, che quando è bassa la preferenza per la liquidità l’equazione che regge il funzionamento dei sistemi economici è l’equazione degli scambi di Fisher, a base della Teoria Quantitativa della Moneta.
Tuttavia, il modello si discosta moltissimo dalla teoria monetarista non appena la preferenza per la liquidità inizia a crescere a causa dell’incertezza. Infatti, il modello evidenzia l’esistenza di un regime di funzionamento dei sistemi economici denominato regione deflattiva, nell’ambito del quale, per un basso livello di attività economica, il sistema si trova in condizione di deflazione da debiti (Fisher). Questo particolare regime di funzionamento dei sistemi economici si raggiunge quando l’emissione monetaria è molto contratta. In questa regione, il sistema economico cede moneta all’esterno ogniqualvolta esso tenta di incrementare l’attività produttiva avvitandosi in una spirale che conduce all’iperinflazione.
In condizioni di preferenza per la liquidità elevata, e ancor più in condizioni di deflazione, è un altro il modello di riferimento che meglio descrive il comportamento dei sistemi economici. La teoria di Keynes si mostra, in queste condizioni, ben più adatta a descrivere quali siano i provvedimenti economici da attuare quando è presente incertezza.
Questa brevissima presentazione del modello illustra solo alcuni degli aspetti più importanti che il modello è in grado di indagare. Permette di analizzare sia gli squilibri interni, sia quelli esterni e predice anche qual è la causa di questi squilibri che conducono sempre a forme di crisi, associate al caos, cioè all’incapacità di poter gestire l’informazione mancante prodotta dall’incertezza.
Cos’è l’incertezza? Essa rappresenta informazione mancante, prodotta dall’elevatissimo numero di microstati, tra cui molti indesiderati, che un sistema può raggiungere per effetto di un eccessivo incremento di entropia. Rappresenta, anche, quando l’entropia diminuisce troppo, l’impossibilità di poter raggiungere microstati prima raggiungibili, mentre si accresce l’importanza relativa dello stato fondamentale, quello più indesiderato, tra tutti: lo stato di necessità.

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