Breve presentazione dell'economia dinamica
Il meccanismo degli scambi, in economia, è
l'insieme delle interazioni tra unità che tentano di scambiare qualcosa sotto
opportuni vincoli. Il vincolo più importante è rappresentato dal totale di
tutto ciò che può essere prodotto. Questo è un insieme eterogeneo di merci o
servizi e può essere tradotto in ricchezza complessiva solo impiegando i prezzi
delle singole merci.
È importante comprendere, innanzitutto, cos’è che
scambiano le unità. Secondo la dottrina neoclassica, le unità scambiano merci
e, tra queste, la moneta che è una merce rappresentativa che facilita gli
scambi e rappresenta una riserva di valore. Quest’assunzione comporta grossi inconvenienti
nella definizione di ricchezza e conduce, necessariamente, a definire dei prezzi reali che vanno distinti da
quelli nominali. Il prezzo reale si forma solo in condizioni di equilibrio tra
domanda e offerta, per la precisione in condizioni di equilibrio macroeconomico
generale.
Il grosso inconveniente che comporta questo tipo di
assunzione è che l’economia deve essere vista come qualcosa di statico, priva di
ogni evoluzione temporale. Grave lacuna di questa impostazione è che essa non
fa alcun riferimento a come viaggia l’informazione tra gli operatori economici
e, soprattutto, cos’è che si occupa di trasferire questa informazione.
Nella realtà i fatti economici evolvono temporalmente
entro cicli, solo al termine dei quali, può trarsi informazione sul successo o
insuccesso ottenuto. Non è possibile sapere a
priori come un ciclo evolverà, salvo che i cicli non siano ricorrenti. In queste condizioni, nel
sistema economico reale non c’è nessuno che abbia un’informazione completa.
Le discipline scientifiche moderne che analizzano la
realtà sono concordi nell’affermare che in
natura non esiste alcun equilibrio, ma solo molteplicità e divenire e, ormai, la teoria dell’informazione e il
verso in cui questa viaggia, sempre concordemente all’asse dei tempi, sta
assumendo un ruolo sempre più importante, persino nella comprensione del
funzionamento dell’intima struttura della materia.
L’inconveniente citato può essere, perciò, superato
solo in un modo: rinunciando a ritenere che le unità scambino merce ma ipotizzando
che essi scambino qualcos’altro che si faccia carico di trasferire informazione.
Questo qualcos’altro deve essere necessariamente
la moneta; in particolare, il veicolo di trasmissione dell’informazione sono
proprio i prezzi monetari, non di
equilibrio. L’informazione sul ciclo economico dipende quindi dal modo in cui
variano i prezzi rispetto al ciclo precedente.
Riterremo, quindi, che le unità scambino moneta con un meccanismo del tipo D-M-D.
Cioè, ogni scambio non è finalizzato a ottenere una merce ma, al contrario, la
merce, o il servizio offerto, funziona da intermediario nello scambio di moneta
e questi tipi di scambio sono finalizzati a ottenere un reddito monetario.
È a questo punto che entra in gioco il principio più
importante del modello. Si ipotizza, infatti, che, in un sistema economico, del
tutto privo di vincoli, e quindi omogeneo, la distribuzione dei redditi sia
quella che ha la massima probabilità di
verificarsi. Questo principio è detto: principio
di massima entropia.
Vediamo cos’è questa grandezza che abbiamo chiamato entropia. Chi ha dimestichezza con le
discipline scientifiche non ha bisogno di alcuna presentazione, giacché si
tratta di una delle grandezze fisiche più importanti in campo scientifico e che
sta alla base del secondo principio della
termodinamica, probabilmente la legge più generale della fisica.
Dal momento, però, che stiamo parlando di fatti
economici, serve chiarire bene di cosa stiamo parlando, con particolare
riferimento all’economia. Nelle interazioni degli scambi monetari, le unità,
sotto il vincolo suddetto della ricchezza complessiva, acquisiscono una certa
quantità di pacchetti monetari. Il
modo in cui questi pacchetti sono
acquisiti è un fenomeno caotico soggetto a leggi di natura probabilistica. La
probabilità che si abbia una data distribuzione di reddito è tanto più grande
quanto maggiori sono le diverse configurazioni possibili che il sistema può
raggiungere; queste configurazioni, tra loro differenti sono dette: microstati. Tanto più grande è il numero
di microstati raggiungibili, per una data distribuzione dei redditi, e tanto
più grande è la probabilità che tale distribuzione sia raggiunta. Poiché l’entropia
è, per definizione, proporzionale al logaritmo della probabilità, allora la
distribuzione dei redditi più probabile è quella che rende massima l’entropia.
Si noti che, in questo modo, stiamo ottenendo una
configurazione univoca del sistema economico senza ricorrere ad alcun concetto
di equilibrio, ma solo ricorrendo a una definizione di natura probabilistica di
un evento caotico e dinamico. Pertanto è logico denominare questa modellazione
come economia dinamica o, anche, econodinamica, parafrasando, così, la “termodinamica”
che, in sostanza, determina leggi fisiche tra sistemi caotici che scambiano “pacchetti”
di energia.
Dalla distribuzione dei redditi ottenuta è possibile
determinare univocamente il reddito medio e il livello dei prezzi sulla base di una funzione di partizione del sistema economico.
Aspetti molto importanti di tale tipo di
formalizzazione consistono nell’identificare le grandezze seguenti:
·
il “pacchetto”
minimo che le unità scambiano;
·
il parametro
esogeno che, nel rispetto del principio di massima entropia, determina
univocamente la distribuzione dei redditi.
Nell’ambito del modello, si dimostra che il “pacchetto”
di scambio minimo è la preferenza per la
liquidità cioè il minimo di risorse monetarie che l’individuo vuole
acquisire, a scopo precauzionale, per tenere lontano lo stato di necessità. Quando la preferenza per la liquidità cresce,
al crescere dell’incertezza (che
vedremo in seguito) il reddito si deprime.
Altra grandezza importante del modello è la velocità
degli scambi, identificabile, in campo economico, con la velocità di circolazione della moneta.
Il parametro esogeno che determina univocamente la
distribuzione dei redditi è l’emissione
monetaria. Quest’assunto appare del tutto coerente con la teoria
monetarista, al punto che, si dimostra, che quando
è bassa la preferenza per la liquidità l’equazione che regge il funzionamento
dei sistemi economici è l’equazione degli scambi di Fisher, a base della
Teoria Quantitativa della Moneta.
Tuttavia, il modello si discosta moltissimo dalla
teoria monetarista non appena la preferenza per la liquidità inizia a crescere
a causa dell’incertezza. Infatti, il modello evidenzia l’esistenza di un regime
di funzionamento dei sistemi economici denominato regione deflattiva, nell’ambito del quale, per un basso livello di
attività economica, il sistema si trova in condizione di deflazione da debiti (Fisher). Questo particolare regime di
funzionamento dei sistemi economici si raggiunge quando l’emissione monetaria è
molto contratta. In questa regione, il sistema economico cede moneta all’esterno
ogniqualvolta esso tenta di incrementare l’attività produttiva avvitandosi in
una spirale che conduce all’iperinflazione.
In condizioni di preferenza per la liquidità elevata,
e ancor più in condizioni di deflazione, è un altro il modello di riferimento
che meglio descrive il comportamento dei sistemi economici. La teoria di Keynes
si mostra, in queste condizioni, ben più adatta a descrivere quali siano i
provvedimenti economici da attuare quando è presente incertezza.
Questa brevissima presentazione del modello illustra
solo alcuni degli aspetti più importanti che il modello è in grado di indagare.
Permette di analizzare sia gli squilibri interni, sia quelli esterni e predice
anche qual è la causa di questi squilibri che conducono sempre a forme di crisi,
associate al caos, cioè all’incapacità
di poter gestire l’informazione mancante
prodotta dall’incertezza.
Cos’è l’incertezza? Essa rappresenta informazione
mancante, prodotta dall’elevatissimo numero di microstati, tra cui molti
indesiderati, che un sistema può raggiungere per effetto di un eccessivo
incremento di entropia. Rappresenta,
anche, quando l’entropia diminuisce troppo, l’impossibilità di poter
raggiungere microstati prima raggiungibili, mentre si accresce l’importanza
relativa dello stato fondamentale, quello più indesiderato, tra tutti: lo stato di necessità.
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