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mercoledì 23 dicembre 2015

Moneta legale e finanziaria



Valuta legale e attività finanziaria

Nei libri di storia si legge spesso della grandezza di Roma imperiale come diretta conseguenza della forza e capacità militare delle sue legioni. Raramente si fa cenno a una particolarità, talvolta considerata secondaria, che fu, invece, all’origine della più grande floridezza degli scambi commerciali che l’antichità avesse mai visto prima d’allora e del consenso che Roma ottenne.
La particolarità di cui si parla è attribuibile al primo imperatore di Roma, Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, che decise di emettere, per primo, quella che è passata alla storia col nome di moneta fiat; un tipo di moneta del tutto sganciata da ogni logica di riserva di valore intrinseco o di credito, ma agganciata solo all’idea della sovranità di chi la emetteva. La moneta in questione, emessa in seguito anche dagli altri imperatori, garantì all’impero romano una supremazia assoluta derivante dall’enorme aumento degli scambi commerciali che essa favorì.

martedì 22 dicembre 2015

Reddito e preferenza per la liquidità



La distribuzione del reddito

Il modello di economia dinamica prende spunto dall’analisi della distribuzione dei redditi. In questa fase di analisi, si è visto, a suo tempo, che un sistema economico eterogeneo è costituito da più sottosistemi, ciascuno caratterizzato da valori differenti di emissione monetaria, velocità degli scambi e preferenza per la liquidità. Si vuole adesso mostrare come questi parametri determinino sia la distribuzione del reddito sia il livello dei prezzi. Quest’ultimo, per la verità, dipende anche dall’intensità dell’attività economica e dal comportamento degli operatori.
Per fare ciò si ricorrerà a due esempi grafici, in ognuno dei quali è mostrato l’effetto dell’emissione di moneta, nell’ipotesi che la preferenza per la liquidità resti invariata. Questa ipotesi è, in realtà, una grossa semplificazione perché la preferenza per la liquidità è inversamente proporzionale all’attività economica che, a sua volta, dipende dalla fiducia degli operatori.

mercoledì 16 dicembre 2015

Il percorso della moneta



Il fattore monetario

Nel post precedente è stata definita la condizione di ricorrenza dei cicli produttivi, in cui, i prezzi si mantengono stabili; di conseguenza, è anche stabile il livello dei prezzi. Nell’ambito del modello di economia dinamica, per ogni sottosistema costituente il modello economico complessivo, è possibile individuare una condizione per la quale un dato sottosistema mantiene un livello dei prezzi stabile, mentre varia l’attività economica e l’emissione monetaria.
Questa condizione corrisponde, sul grafico tridimensionale livello dei prezzi – attività economica – emissione monetaria, alla circostanza per cui il sistema evolve su una curva di livello nel suddetto diagramma. Ciò è anche rappresentativo del fatto che il sottosistema tende allo stato di ricorrenza e, quindi, evolve consentendo una trasmissione dell’informazione che non produce né aumenti d’incertezza né condizioni di euforia.

domenica 13 dicembre 2015

La ricorrenza dei cicli economici



Produzione di merci a mezzo di merci

Piero Sraffa era un economista italiano. Pur non essendo mai stato comunista, durante il fascismo, la sua amicizia con Antonio Gramsci lo costrinse a fuggire in Gran Bretagna, dove fu incarcerato, durante la guerra, come enemy alien. Fu scarcerato grazie all’intervento personale di John Maynard Keynes che si adoperò, anche, per dare a Sraffa un impiego presso l’Università di Cambridge. I due strinsero, così, un’amicizia solida e duratura e Sraffa divenne uno dei collaboratori più fidati e stretti di Keynes, al punto di affiancare e sostituirsi allo stesso Keynes nella disputa con il rivale acerrimo di sempre, il monetarista della scuola austriaca Von Hayek, fervente sostenitore del controllo rigido della moneta. Famosa è anche la controversia teorica sulla natura del capitale sorta, negli anni ’60, tra le due Università di Cambridge, quella inglese e quella americana, e che mostrò le doti di Sraffa, completo vincitore sul piano teorico.

mercoledì 9 dicembre 2015

Entropia e incertezza



Oggettività dell’entropia e soggettività dell’incertezza

L’incertezza, almeno per una certa corrente di pensiero economico, è vista come qualcosa di oscuro e incomprensibile ed è relegata a essere solo un sentimento irrazionale di individui che non vogliono o non sono capaci di applicare un principio di razionalità sostanziale. Secondo questo principio, se tutte le scelte fossero compiute da persone razionali che operano scegliendo, ciascuno, quel che è meglio per se stessi, potrebbe ottenersi, per tutti, una configurazione ottimale o, più precisamente, Pareto – ottimale.
È fuori di dubbio che una visione di questo tipo vada benissimo in campo microeconomico, cioè nel caso della gestione di un’azienda. Ed è certamente secondo una visione di questo tipo che va formato un dirigente d’azienda. Non rassicurerebbe nessuno, neanche i sottoposti, il vedere che un dirigente d’azienda si mostra incerto e indeciso sul da farsi. Perciò, la visione che rifiuta l’esistenza dell’incertezza come parametro economico, è perfettamente lecita in campo microeconomico.

martedì 8 dicembre 2015

La politica fiscale




Un primo sguardo a John Maynard Keynes

Senza alcun dubbio John Maynard Keynes è stato il più grande fra tutti gli economisti. Persino i suoi delatori sono stati costretti ad ammetterne la grandezza e si sono dovuti servire di una parte dei suoi insegnamenti per portare avanti le loro dottrine. Il modello di Hicks, un perno della teoria economica oggi dominante, noto anche col nome di modello IS – LM (Investiment Saving – Liquidity Money), ne è l’esempio più evidente; esso è l’applicazione della dottrina keynesiana depurata, per così dire, dei contenuti più scomodi e infarcita di un concetto del tutto estraneo alla concezione del grande economista inglese: l’equilibrio macroeconomico. Tra i contenuti della dottrina keynesiana, uno su tutti è stato messo in subordine, perché da molti considerato oscuro e incomprensibile: l’incertezza che affligge gli operatori economici. Keynes era dotato di una sensibilità in campo economico fuori dal comune che gli derivava dall’essere stato un esperto investitore in borsa. 

lunedì 7 dicembre 2015

Il teorema di Nash



Cooperazione ed equilibrio

John Forbes Nash Jr. è stato uno dei più grandi matematici del XX secolo; a lui si deve la formulazione di un teorema, che porta il suo nome e che trova applicazione in un ambito matematico, detto teoria delle decisioni e, più specificatamente, nell’ambito della teoria dei giochi non cooperativi. Secondo questo teorema, nell’ipotesi d’informazione incompleta, le strategie, attuate unilateralmente, per migliorare la propria condizione su uno spazio S, che definisce le configurazioni assunte da un certo numero di giocatori tramite il loro pay off  (vincita), in assenza di cooperazione, conducono sempre a una configurazione di equilibrio, detto equilibrio di Nash, in cui nessuno dei partecipanti al gioco è più in grado di migliorare la propria condizione. Il teorema, sostanzialmente, individua un punto fisso nella classe delle trasformazioni topologiche che rappresentano le strategie volte a conseguire il miglioramento del pay off, definite sullo spazio delle configurazioni assunte dai giocatori.

domenica 6 dicembre 2015

Gli squilibri commerciali



Scelte non cooperative e squilibri commerciali

L’entropia economica è la misura dell’informazione richiesta in campo economico. Essa tende sempre a massimizzarsi, compatibilmente con i vincoli presenti e ciò rende incompleta l’informazione, perché ogni transazione, essendo, per sua natura, irreversibile, dà origine a perdita d’informazione. La moneta estingue in modo definitivo ogni transazione; infatti, con la cessione di moneta al termine di una transazione, cessa ogni necessità di valutarne ogni altra evoluzione futura.
La moneta ha, però, anche carattere creditizio, cioè essa può essere prestata, a un dato tasso d’interesse, per permettere l’espansione delle attività produttive. La quota interessi è, però, moneta mancante che genera credito, da una parte, e debito, dall’altra. Se non esiste la moneta corrispondente alla quota interessi, perché nessuno la immette, al sistema occorre informazione aggiuntiva sulla sua evoluzione futura.

mercoledì 25 novembre 2015

La moneta endogena



La ricchezza prodotta in termini monetari

Abbiamo visto, nel post precedente che la Teoria Quantitativa della Moneta (TQM) non prende in considerazione il rischio d’innesco della deflazione da debiti. Tuttavia, questa, pur essendo la condizione più grave, non è certamente l’unica condizione critica che un sistema economico può attraversare. Infatti, prima che essa possa essere raggiunta, il sistema economico attraversa fasi di gravità gradualmente crescente che, alla fine, conducono alla regione deflattiva.
Riprendiamo in esame l’identità degli scambi di Fisher: P·Q = v·M. In quest’uguaglianza, il prodotto P·Q è la ricchezza prodotta e coincide con la moneta circolante v·M. Una delle ipotesi di base del modello monetarista, che si riconduce alla TQM, è che la velocità di circolazione è costante, giacché legata a fattori istituzionali e, precisamente, di diritto privato, che investono il funzionamento delle diverse figure economiche di un sistema complesso.

sabato 21 novembre 2015

Il livello dei prezzi



La TQM e il modello di economia dinamica

La Teoria Quantitativa della Moneta (TQM) è una modellazione economica che si riconduce all’identità degli scambi di Fisher. Secondo questa modellazione, a un aumento dell’offerta di moneta corrisponde sempre un aumento del livello dei prezzi. È, pertanto, opportuno che la Banca Centrale dichiari i propri obiettivi di politica monetaria in maniera tale da determinare il livello dei prezzi ritenuto ottimale per l’intero sistema economico.
Questa visione si rivela efficace solo se il sistema economico è già ampiamente sviluppato e l’attività economica è intensa. In queste condizioni, per usare i concetti propri della concezione economica prevalente, i fattori produttivi sono impiegati al massimo.
Il modello di economia dinamica, tuttavia, mostra che quest’approccio trascura il manifestarsi di una condizione molto pericolosa per i sistemi economici: la deflazione da debiti.

mercoledì 18 novembre 2015

Incertezza, fiducia e moneta



Incertezza e fiducia


La fiducia è all’origine della scelta tra otium e negotium. Quando si ha fiducia di ottenere un guadagno monetario si ha voglia di intraprendere un’attività, altrimenti le decisioni si orientano verso la rinuncia all’investimento.
Esiste una strettissima relazione, messa in luce dal modello di economia dinamica, tra fiducia, incertezza e moneta. Questa relazione funziona come una sorta di principio d’indeterminazione in cui la grandezza indeterminata è l’incertezza che, a sua volta, dipende dal modo in cui ci si confronta con la condizionedi necessità, cioè con quello stato in cui si produce sofferenza perché i bisogni primari non possono essere soddisfatti pienamente.
L’incertezza nasce ogniqualvolta l’informazione appare incompleta e incoerente, cioè manca qualcosa che permetta di compiere delle scelte, oppure si mostra contraddittoria. 

venerdì 13 novembre 2015

Il controllo della moneta



Il salasso di moneta

Il salasso è una pratica medica antichissima, nata dalla convinzione che la malattia avesse origine dalla presenza di cattivi umori in eccesso, che occorreva eliminare dall’organismo perché dannosi. La pratica fu molto diffusa nel Medioevo e si protrasse fino al XVIII secolo; essa consisteva nel ridurre drasticamente la massa di sangue circolante. Sebbene, oggi, alcune capacità curative della pratica siano riconosciute dalla medicina ufficiale, nel passato se ne fece un uso, talvolta, smodato, al punto da essere praticata comunemente dai barbieri, con conseguenze nefaste sui malati.
La teoria quantitativa della moneta è una visione dell’economia, prevalentemente ancorata alla dottrina monetarista, che associa l’inflazione, cioè l’aumento del livello dei prezzi, direttamente all’eccessiva quantità di moneta circolante. Pertanto, la soluzione al problema dell’inflazione può essere trovata riducendo drasticamente la massa di moneta circolante.

mercoledì 11 novembre 2015

Dinamica degli scambi non cooperativi



La dinamica competitiva della liquidità e della crescita

Quando è stato presentato il primo principio dell’economia dinamica, si è visto che la ricchezza di un sistema economico è pari alla differenza tra liquidità e crescita. Per capire quale sia la dinamica sottesa alla liquidità e alla crescita è importante capire, prima di tutto, come si trasferisce la liquidità negli interscambi commerciali.
Si considerino, perciò, dei sistemi economici che interagiscono tra loro, con differenti livelli di emissione monetaria. S’intende per emissione monetaria unitaria la quantità di moneta legale emessa dalla Banca Centrale in favore, mediamente, di ciascuna unità del sistema economico, che, poi, si amplifica sotto forma di moneta circolante. Si badi che tal emissione monetaria può derivare anche da valuta emessa da un altro Stato e acquisita negli scambi. Non saranno indagati, in questa fase, i modi in cui si genera il circolante.

venerdì 6 novembre 2015

La deflazione da debiti


Le cause: preferenza per la liquidità e attività economica

L’attività economica è costituita dall’insieme di tutto ciò che gli individui svolgono per produrre merci e servizi. Essa è condizionata da molte cose; tra queste: le Norme, il diritto e i contratti. Una cosa su tutte, però, condiziona l’attività economica in maniera molto forte. È la fiducia degli operatori economici. Fiducia in che cosa? Nel produrre merci e scambiarle con altre merci? Nient’affatto, come vedremo.
La tesi che la dottrina economica, oggi prevalente, va affermando è che la fiducia è soltanto un sentimento irrazionale e, come tale, non può descrivere le scelte degli operatori e non si presta a modellazioni adatte a fare previsioni economiche. Molto più scientifica è la tesi, sempre secondo questa dottrina, che gli scambi, quindi l’attività economica conseguente, avvengono perché gli individui razionali rendono, così, massima la propria utilità nel possedere un dato paniere di beni. Questo avviene sempre, nell’ipotesi che l’utilità marginale di possedere un bene sia sempre positiva. Ciò vuol dire che l’individuo

mercoledì 4 novembre 2015

Sviluppo e crescita



Sviluppo e crescita

Conoscere l’economia non è per niente un vezzo per sedicenti sapientoni. Al contrario, è indispensabile per comprendere cosa accade intorno e noi e persino dentro di noi. Non ha senso parlare di politica, di diritti e di quant’altro se non si comprende l’economia, perché essa determina quali sono la politica, i diritti e ogni altra cosa.
Lo sviluppo e la crescita, nel senso comune, sono considerati quasi dei sinonimi. Invece, si tratta di due modi completamente diversi di gestire l’economia. Essi, infatti, si riferiscono a tipi di politica economica, nel concreto, antitetici. Lo sviluppo è associato all’attuazione di una politica fiscale, che prevede l’intervento diretto da Parte dello Stato; la crescita è associata, invece, a una politica liberista, che prevede una partecipazione dello Stato meramente sussidiaria. Non vogliamo, in questo breve post, porci lo scopo di propendere per l’uno o per l’altro tipo di politica, ma solo mostrare su quali aspetti essi agiscano.

lunedì 2 novembre 2015

Primo principio dell'econodinamica



Il primo principio dell’economia dinamica

Un principio basilare dell’attuale visione economica è la cosiddetta legge di Say o legge degli sbocchi, a sua volta fondata sul principio di razionalità sostanziale. Secondo questa, in un sistema economico, se ogni individuo si comporta in modo razionale, facendo ciò che è meglio per sé, ogni offerta troverà sempre la propria domanda. Su quest’assunto si basa la tesi, secondo cui, l’equilibrio macroeconomico generale, alla fine, dovrà comunque verificarsi.
In effetti, in condizioni di ricorrenza ciclica, quando cioè il sistema economico è già a regime, può aver senso affermare che domanda e offerta tendano a uguagliarsi. Quando, però, il sistema economico ha subito uno shock di natura esogena, ciò non è più vero. Infatti, quando si manifestano fatti nuovi che interrompono la ricorrenza del ciclo economico, tende a manifestarsi indeterminazione nelle scelte degli operatori economici, causata dalle variazioni degli stati assunti dal sistema economico. Nell’assunto visto sopra si nota

mercoledì 28 ottobre 2015

La produzione e il caos



Capitale, lavoro e produzione

Un aspetto molto importante dell’economia è la comprensione del legame esistente tra il capitale, ossia l’insieme dei mezzi di produzione, il lavoro e la produzione stessa.
Nel caso di una singola azienda, quindi a livello micro, è certamente possibile definire senza troppe difficoltà un legame tra la produzione e il capitale e il lavoro impiegati per conseguirla. Ciò è possibile perché, a livello micro, la singola azienda non è in grado di influire significativamente sul livello dei prezzi complessivo che, perciò, è semplicemente un dato. Inoltre, i mezzi di produzione sono acquistati, quindi l’azienda non ha su di essi alcun controllo, in fase di produzione. Ciò anche se l’azienda si trova in posizione di monopolio sul mercato. Questo tipo di legame è rappresentato da una funzione, detta funzione di produzione, espressa da una relazione del tipo Y = F(K, L), in cui Y è la produzione, K il capitale e L il lavoro.

lunedì 26 ottobre 2015

Emissione monetaria e reddito



L’emissione monetaria

Il primo passo, per comprendere il funzionamento del modello di economia dinamica che proponiamo, è quello di comprendere da quali parametri macro dipende l’evoluzione del reddito di un sistema economico. Come abbiamo già accennato, in un sistema economico, tramite il principio di massima entropia, è possibile valutare la presenza di differenti sottosistemi caratterizzati da parametri differenti.
-          La velocità degli scambi varia per ogni sottosistema: una banca, un’azienda o un lavoratore hanno velocità di scambio differenti, in virtù del loro differente ruolo.
-          La preferenza per la liquidità, per ogni scambio, cambia per ogni sottosistema in quanto, variando la velocità degli scambi, varia anche la possibilità per l’individuo di riuscire a procacciarsi quel che gli serve per sopravvivere.
Oltre ai due parametri su indicati, ne esiste un terzo, importantissimo, che è rappresentato

venerdì 23 ottobre 2015

Cosa è l'entropia economica


L’entropia economica


Chi legge la parola entropia richiama subito alla mente l’idea di disordine, se non altro, per qualche vago ricordo scolastico. Pochi, se non pochissimi, associano all’idea di entropia la mancanza d’informazione associata all’incertezza. Tra i pochi che hanno dimestichezza con questo concetto, vi sono proprio i teorici dell’informazione.
Eppure, il concetto di disordine e il concetto di informazione mancante non sono così dissimili. Si pensi solo al modo in cui si reagisce quando si entra in una stanza molto ordinata oppure, invece, in una stanza in cui vi è un elevato grado di disordine. Nel primo caso, non abbiamo alcuna difficoltà a orientarci e il tutto sembra rassicurante. Nel secondo caso, risulta difficile orientarsi e si avverte un senso di inquietudine.
Disordine e informazione mancante associata all’incertezza sono, in effetti, solo due modi diversi di descrivere la stessa cosa. Ne è riprova il fatto che le due grandezze hanno la stessa struttura matematica. Si

lunedì 19 ottobre 2015

Il non equilibrio

Perché l’economia dinamica


Perché vogliamo parlare di economia dinamica o econodinamica o economia del non equilibrio? La risposta è che la condizione di equilibrio ottimale predicata dalla teoria neoclassica, l’equilibrio macroeconomico generale, che sarebbe quella condizione per cui tutti gli operatori massimizzano la propria utilità, uguagliando domanda e offerta tutti contemporaneamente, è una condizione lontanissima dalla realtà.
Rispetto alla dottrina dell’equilibrio, è vero, invece, il contrario. Le condizioni critiche, in assenza di provvedimenti esterni, attuati da qualcuno che interviene dall’esterno del sistema economico sono sempre presenti, mentre si generano continuamente condizioni che rendono instabili i sistemi economici. Altro che laissez faire, la presenza dirigistica dell’economia, oggi, è evidente in ogni settore, la spinta alla crescita, il livello di tassazione cui non corrisponde un analogo livello dei servizi, i tagli di spesa, le limitazioni a questo e quello o gli incentivi a una e all’altra cosa sono evidentissimi. La mano che guida l’economia è percepibile,

giovedì 15 ottobre 2015

Analizzando la formazione del reddito


L’analisi della distribuzione dei redditi

L’entropia economica, come abbiamo visto nei post precedenti, è una misura della probabilità che una determinata configurazione economica possa manifestarsi. Una configurazione economica è individuabile solo a condizione di poter essere riferita a qualcosa di misurabile. In campo economico, tra tutte le grandezze misurabili, una, su tutte, si presta meglio a descrivere la configurazione di un sistema economico: il reddito.
La caratteristica rilevante di questa grandezza è che essa è rappresentabile da un descrittore scalare univoco; cioè è rappresentabile solo con un numero, cosa che ne agevola, notevolmente, la misura. Tale caratteristica del reddito non è per niente banale, perché la sua semplicità si ripercuote anche sul modo in cui essa è intesa dagli stessi operatori economici. È evidente a tutti che chi ha un reddito di una certa entità svolge mansioni economiche di rilevanza proporzionale.
Allora, il punto di partenza di uno studio sul modo in cui è configurato un dato sistema economico non

mercoledì 14 ottobre 2015

La trappola della liquidità

Preferenza per la liquidità e moneta

Il concetto di preferenza per la liquidità è un concetto, oggi, da molti considerano vetusto perché appartiene a una corrente economica messa, ormai, in subordine dalla corrente economica prevalente: il mainstream. Esso si riconduce, infatti, alla concezione macroeconomica del grande economista inglese John Maynard Keynes, sostenitore di un tipo di politica economica che prevede un intervento diretto dello Stato nell’economia tramite la Spesa Pubblica.
La dottrina keynesiana, tra le altre cose, fa riferimento al concetto di preferenza per la liquidità evidenziando che, ogniqualvolta nel sistema economico si manifesta una situazione d’incertezza, le scelte degli individui si orientano verso un abbandono delle attività economiche produttive a favore degli accumuli monetari. È, quindi, come se la moneta, in campo economico, svolgesse un ruolo di rassicurazione nei confronti dell’incertezza, cioè nei confronti di una sorta d’informazione mancante, che gli operatori

sabato 10 ottobre 2015

Perchè è importante l'informazione in economia

Informazione in economia

Perché mai l’informazione deve essere tanto importante in economia? E, soprattutto, di che tipo d’informazione si tratta? Su che cosa?
Ogni attività che è svolta dall’uomo richiede sempre una certa quantità d’informazione per essere portata a termine. Anche una semplice passeggiata quotidiana richiede la conoscenza di alcuni aspetti essenziali: su come vestirsi, sul tempo che impiegheremo, su chi o cosa potremmo incontrare. Se la passeggiata è stata fatta tante volte sullo stesso percorso, l’informazione che abbiamo è di tipo ricorrente; anzi, questa tipologia d’informazione è la più completa e la più rassicurante.
A maggior ragione ciò avviene per ogni attività economica. Quante più sono le informazioni note, con tanta maggiore fiducia si può avviare un’attività economica. Se l’attività economica è stata svolta, in passato, più volte con successo, l’informazione che si ha sulla propria attività economica ci appare la più completa e

lunedì 5 ottobre 2015

Per iniziare ...

Breve presentazione dell'economia dinamica

 Il meccanismo degli scambi, in economia, è l'insieme delle interazioni tra unità che tentano di scambiare qualcosa sotto opportuni vincoli. Il vincolo più importante è rappresentato dal totale di tutto ciò che può essere prodotto. Questo è un insieme eterogeneo di merci o servizi e può essere tradotto in ricchezza complessiva solo impiegando i prezzi delle singole merci.
È importante comprendere, innanzitutto, cos’è che scambiano le unità. Secondo la dottrina neoclassica, le unità scambiano merci e, tra queste, la moneta che è una merce rappresentativa che facilita gli scambi e rappresenta una riserva di valore. Quest’assunzione comporta grossi inconvenienti nella definizione di ricchezza e conduce, necessariamente, a definire dei prezzi reali che vanno distinti da quelli nominali. Il prezzo reale si forma solo in condizioni di equilibrio tra domanda e offerta, per la precisione in condizioni di equilibrio macroeconomico generale.