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sabato 10 ottobre 2015

Perchè è importante l'informazione in economia

Informazione in economia

Perché mai l’informazione deve essere tanto importante in economia? E, soprattutto, di che tipo d’informazione si tratta? Su che cosa?
Ogni attività che è svolta dall’uomo richiede sempre una certa quantità d’informazione per essere portata a termine. Anche una semplice passeggiata quotidiana richiede la conoscenza di alcuni aspetti essenziali: su come vestirsi, sul tempo che impiegheremo, su chi o cosa potremmo incontrare. Se la passeggiata è stata fatta tante volte sullo stesso percorso, l’informazione che abbiamo è di tipo ricorrente; anzi, questa tipologia d’informazione è la più completa e la più rassicurante.
A maggior ragione ciò avviene per ogni attività economica. Quante più sono le informazioni note, con tanta maggiore fiducia si può avviare un’attività economica. Se l’attività economica è stata svolta, in passato, più volte con successo, l’informazione che si ha sulla propria attività economica ci appare la più completa e
coerente possibile. Così, quella che è chiamata esperienza è, in realtà, informazione ricorrente.
Se l’informazione non è ricorrente, la fiducia di chi svolge un’attività dipende da come questi percepisce l’informazione che può trarre con i mezzi a propria disposizione. Minore è il grado di ricorrenza dell’informazione, tanto più estesi devono essere i mezzi d’informazione posseduti. Si pensi agli agenti di borsa, per i quali ogni informazione è di vitale importanza e il possesso di un’informazione, che gli altri non hanno, può essere fonte di grossi guadagni, o, al contrario, la sua assenza può essere causa di grosse perdite.
Il tipo d’informazione su cui si ha interesse è la conoscenza dei flussi monetari. Occorre, cioè, conoscere dove si possiede moneta, chi la detiene, in quale quantità e, soprattutto, in quanto tempo essa può essere reperita. L’esempio più classico è il caso delle banche che concedono prestiti solo in conformità a garanzie che rappresentano, a tutti gli effetti, informazione su come evolveranno i flussi monetari di chi richiede il prestito.
In taluni casi, l’informazione, che inizialmente sembrava completa e coerente, perde nel tempo questa caratteristica per il manifestarsi di fatti nuovi e imprevedibili. Ciò accade quando, per cause esogene, le previsioni perdono ogni efficacia perché le configurazioni prevedibili inizialmente, non appaiono più realizzabili, perché si profilano configurazioni nuove, prima non presenti, oppure, le configurazioni previste non sono più raggiungibili.
Queste condizioni, nell’analisi dell’economia dinamica, sono segnalate dalla variazione dell’entropia economica che, quando si accresce, segnala la presenza di nuovi stati prima non raggiungibili dal sistema economico, quando diminuisce, evidenzia che un certo numero di stati non sono più raggiungibili.
Tra i nuovi ulteriori stati raggiungibili da un sistema ve ne sono molti sgraditi; tra questi, ad esempio, l’aumento del tempo necessario ai creditori per riscuotere i prestiti. Se l’entropia aumenta troppo, cresce anche il numero di questi stati sgraditi, fino a che un credito con una scadenza che slitta progressivamente nel tempo tende ad apparire, sempre più, credito non esigibile. Si pensi, come esempio, ai crediti concessi da alcuni Paesi dell’Eurozona, a favore di altri, che, col tempo, appaiono sempre meno esigibili; secondo una logica moralistica ciò è da imputare ai debitori che non hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per restituire il debito. Tuttavia, ed è un punto molto importante da approfondire, secondo un’altra logica, è successo qualcosa che ha reso impossibile tale restituzione.
Quando l’entropia economica cresce molto, aumentano le configurazioni accessibili e la fame d’informazione occorrente a individuarli.  Allora, la misura dell’informazione aggiuntiva è proprio la crescita dell’entropia.
Se, invece, gli stati accessibili si riducono, tra quelli non più accessibili vi possono essere: la possibilità di onorare un debito o la possibilità di restituire questo debito entro un termine programmato. Riducendosi gli stati accessibili, uno stato particolare, tra tutti, accresce la propria importanza relativa. È lo stato di necessità, il più sgradito e indesiderato tra tutti gli stati accessibili.
Quando ci si avvicina allo stato di necessità, perché sempre meno altri stati sono accessibili, l’informazione richiesta perde, sempre più, importanza perché, in tali condizioni, vi sono sempre meno alternative tra cui compiere delle scelte. La riduzione di entropia viene, perciò, a coincidere con la riduzione dell’informazione impiegata in campo economico.
Il gap entropico tra due sistemi economici interagenti segnala proprio che uno, creditore, ha necessità di informazione su un altro sistema, debitore, che non può più accedere a determinati stati, per esempio, restituire il debito. Un eccessivo gap entropico è il sintomo, quindi, di un’instabilità finanziaria in corso. Cosa produce questo gap? Cosa si può fare per ridurlo? Sono queste alcune della domande cui l’economia dinamica fornisce delle risposte.

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