Informazione in economia
Perché mai l’informazione deve essere tanto importante
in economia? E, soprattutto, di che tipo d’informazione si tratta? Su che cosa?
Ogni attività che è svolta dall’uomo richiede sempre
una certa quantità d’informazione per essere portata a termine. Anche una
semplice passeggiata quotidiana richiede la conoscenza di alcuni aspetti
essenziali: su come vestirsi, sul tempo che impiegheremo, su chi o cosa
potremmo incontrare. Se la passeggiata è stata fatta tante volte sullo stesso
percorso, l’informazione che abbiamo è di tipo ricorrente; anzi, questa tipologia d’informazione è la più completa
e la più rassicurante.
A maggior ragione ciò avviene per ogni attività economica.
Quante più sono le informazioni note, con tanta maggiore fiducia si può avviare un’attività economica. Se l’attività
economica è stata svolta, in passato, più volte con successo, l’informazione
che si ha sulla propria attività economica ci appare la più completa e
coerente possibile. Così, quella che è chiamata esperienza è, in realtà, informazione ricorrente.
coerente possibile. Così, quella che è chiamata esperienza è, in realtà, informazione ricorrente.
Se l’informazione non è ricorrente, la fiducia di chi svolge un’attività
dipende da come questi percepisce l’informazione che può trarre con i mezzi a
propria disposizione. Minore è il grado di ricorrenza dell’informazione, tanto
più estesi devono essere i mezzi d’informazione posseduti. Si pensi agli agenti
di borsa, per i quali ogni informazione è di vitale importanza e il possesso di
un’informazione, che gli altri non hanno, può essere fonte di grossi guadagni,
o, al contrario, la sua assenza può essere causa di grosse perdite.
Il tipo d’informazione su cui si ha interesse è la conoscenza dei flussi monetari. Occorre,
cioè, conoscere dove si possiede moneta, chi la detiene, in quale quantità e,
soprattutto, in quanto tempo essa può
essere reperita. L’esempio più classico è il caso delle banche che concedono
prestiti solo in conformità a garanzie
che rappresentano, a tutti gli effetti, informazione su come evolveranno i
flussi monetari di chi richiede il prestito.
In taluni casi, l’informazione, che inizialmente
sembrava completa e coerente, perde nel tempo questa caratteristica per il
manifestarsi di fatti nuovi e imprevedibili. Ciò accade quando, per cause
esogene, le previsioni perdono ogni efficacia perché le configurazioni
prevedibili inizialmente, non appaiono più realizzabili, perché si profilano configurazioni nuove, prima non presenti,
oppure, le configurazioni previste non sono
più raggiungibili.
Queste condizioni, nell’analisi dell’economia dinamica, sono segnalate dalla
variazione dell’entropia economica
che, quando si accresce, segnala la presenza di nuovi stati prima non raggiungibili dal sistema economico, quando
diminuisce, evidenzia che un certo numero
di stati non sono più raggiungibili.
Tra i nuovi ulteriori stati raggiungibili da un
sistema ve ne sono molti sgraditi; tra questi, ad esempio, l’aumento del tempo necessario ai creditori per riscuotere i prestiti.
Se l’entropia aumenta troppo, cresce anche il numero di questi stati sgraditi, fino
a che un credito con una scadenza che slitta progressivamente nel tempo tende
ad apparire, sempre più, credito non esigibile.
Si pensi, come esempio, ai crediti concessi da alcuni Paesi dell’Eurozona, a
favore di altri, che, col tempo, appaiono sempre meno esigibili; secondo una
logica moralistica ciò è da imputare ai debitori che non hanno fatto tutto ciò
che era in loro potere per restituire il debito. Tuttavia, ed è un punto molto
importante da approfondire, secondo un’altra logica, è successo qualcosa che ha reso impossibile tale restituzione.
Quando l’entropia economica cresce molto, aumentano le
configurazioni accessibili e la fame d’informazione occorrente a individuarli. Allora, la
misura dell’informazione aggiuntiva è proprio la crescita dell’entropia.
Se, invece, gli stati accessibili si riducono, tra quelli
non più accessibili vi possono essere: la possibilità di onorare un debito o la
possibilità di restituire questo debito entro un termine programmato.
Riducendosi gli stati accessibili, uno stato particolare, tra tutti, accresce
la propria importanza relativa. È lo stato
di necessità, il più sgradito e indesiderato tra tutti gli stati
accessibili.
Quando ci si avvicina allo stato di necessità, perché sempre meno altri stati sono
accessibili, l’informazione richiesta perde, sempre più, importanza perché, in
tali condizioni, vi sono sempre meno alternative tra cui compiere delle scelte.
La riduzione di entropia viene,
perciò, a coincidere con la riduzione dell’informazione
impiegata in campo economico.
Il gap entropico
tra due sistemi economici interagenti segnala proprio che uno, creditore, ha necessità di informazione
su un altro sistema, debitore, che
non può più accedere a determinati stati, per esempio, restituire il debito. Un
eccessivo gap entropico è il sintomo,
quindi, di un’instabilità finanziaria
in corso. Cosa produce questo gap?
Cosa si può fare per ridurlo? Sono queste alcune della domande cui l’economia dinamica fornisce delle risposte.
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