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mercoledì 28 ottobre 2015

La produzione e il caos



Capitale, lavoro e produzione

Un aspetto molto importante dell’economia è la comprensione del legame esistente tra il capitale, ossia l’insieme dei mezzi di produzione, il lavoro e la produzione stessa.
Nel caso di una singola azienda, quindi a livello micro, è certamente possibile definire senza troppe difficoltà un legame tra la produzione e il capitale e il lavoro impiegati per conseguirla. Ciò è possibile perché, a livello micro, la singola azienda non è in grado di influire significativamente sul livello dei prezzi complessivo che, perciò, è semplicemente un dato. Inoltre, i mezzi di produzione sono acquistati, quindi l’azienda non ha su di essi alcun controllo, in fase di produzione. Ciò anche se l’azienda si trova in posizione di monopolio sul mercato. Questo tipo di legame è rappresentato da una funzione, detta funzione di produzione, espressa da una relazione del tipo Y = F(K, L), in cui Y è la produzione, K il capitale e L il lavoro.

lunedì 26 ottobre 2015

Emissione monetaria e reddito



L’emissione monetaria

Il primo passo, per comprendere il funzionamento del modello di economia dinamica che proponiamo, è quello di comprendere da quali parametri macro dipende l’evoluzione del reddito di un sistema economico. Come abbiamo già accennato, in un sistema economico, tramite il principio di massima entropia, è possibile valutare la presenza di differenti sottosistemi caratterizzati da parametri differenti.
-          La velocità degli scambi varia per ogni sottosistema: una banca, un’azienda o un lavoratore hanno velocità di scambio differenti, in virtù del loro differente ruolo.
-          La preferenza per la liquidità, per ogni scambio, cambia per ogni sottosistema in quanto, variando la velocità degli scambi, varia anche la possibilità per l’individuo di riuscire a procacciarsi quel che gli serve per sopravvivere.
Oltre ai due parametri su indicati, ne esiste un terzo, importantissimo, che è rappresentato

venerdì 23 ottobre 2015

Cosa è l'entropia economica


L’entropia economica


Chi legge la parola entropia richiama subito alla mente l’idea di disordine, se non altro, per qualche vago ricordo scolastico. Pochi, se non pochissimi, associano all’idea di entropia la mancanza d’informazione associata all’incertezza. Tra i pochi che hanno dimestichezza con questo concetto, vi sono proprio i teorici dell’informazione.
Eppure, il concetto di disordine e il concetto di informazione mancante non sono così dissimili. Si pensi solo al modo in cui si reagisce quando si entra in una stanza molto ordinata oppure, invece, in una stanza in cui vi è un elevato grado di disordine. Nel primo caso, non abbiamo alcuna difficoltà a orientarci e il tutto sembra rassicurante. Nel secondo caso, risulta difficile orientarsi e si avverte un senso di inquietudine.
Disordine e informazione mancante associata all’incertezza sono, in effetti, solo due modi diversi di descrivere la stessa cosa. Ne è riprova il fatto che le due grandezze hanno la stessa struttura matematica. Si

lunedì 19 ottobre 2015

Il non equilibrio

Perché l’economia dinamica


Perché vogliamo parlare di economia dinamica o econodinamica o economia del non equilibrio? La risposta è che la condizione di equilibrio ottimale predicata dalla teoria neoclassica, l’equilibrio macroeconomico generale, che sarebbe quella condizione per cui tutti gli operatori massimizzano la propria utilità, uguagliando domanda e offerta tutti contemporaneamente, è una condizione lontanissima dalla realtà.
Rispetto alla dottrina dell’equilibrio, è vero, invece, il contrario. Le condizioni critiche, in assenza di provvedimenti esterni, attuati da qualcuno che interviene dall’esterno del sistema economico sono sempre presenti, mentre si generano continuamente condizioni che rendono instabili i sistemi economici. Altro che laissez faire, la presenza dirigistica dell’economia, oggi, è evidente in ogni settore, la spinta alla crescita, il livello di tassazione cui non corrisponde un analogo livello dei servizi, i tagli di spesa, le limitazioni a questo e quello o gli incentivi a una e all’altra cosa sono evidentissimi. La mano che guida l’economia è percepibile,

giovedì 15 ottobre 2015

Analizzando la formazione del reddito


L’analisi della distribuzione dei redditi

L’entropia economica, come abbiamo visto nei post precedenti, è una misura della probabilità che una determinata configurazione economica possa manifestarsi. Una configurazione economica è individuabile solo a condizione di poter essere riferita a qualcosa di misurabile. In campo economico, tra tutte le grandezze misurabili, una, su tutte, si presta meglio a descrivere la configurazione di un sistema economico: il reddito.
La caratteristica rilevante di questa grandezza è che essa è rappresentabile da un descrittore scalare univoco; cioè è rappresentabile solo con un numero, cosa che ne agevola, notevolmente, la misura. Tale caratteristica del reddito non è per niente banale, perché la sua semplicità si ripercuote anche sul modo in cui essa è intesa dagli stessi operatori economici. È evidente a tutti che chi ha un reddito di una certa entità svolge mansioni economiche di rilevanza proporzionale.
Allora, il punto di partenza di uno studio sul modo in cui è configurato un dato sistema economico non

mercoledì 14 ottobre 2015

La trappola della liquidità

Preferenza per la liquidità e moneta

Il concetto di preferenza per la liquidità è un concetto, oggi, da molti considerano vetusto perché appartiene a una corrente economica messa, ormai, in subordine dalla corrente economica prevalente: il mainstream. Esso si riconduce, infatti, alla concezione macroeconomica del grande economista inglese John Maynard Keynes, sostenitore di un tipo di politica economica che prevede un intervento diretto dello Stato nell’economia tramite la Spesa Pubblica.
La dottrina keynesiana, tra le altre cose, fa riferimento al concetto di preferenza per la liquidità evidenziando che, ogniqualvolta nel sistema economico si manifesta una situazione d’incertezza, le scelte degli individui si orientano verso un abbandono delle attività economiche produttive a favore degli accumuli monetari. È, quindi, come se la moneta, in campo economico, svolgesse un ruolo di rassicurazione nei confronti dell’incertezza, cioè nei confronti di una sorta d’informazione mancante, che gli operatori

sabato 10 ottobre 2015

Perchè è importante l'informazione in economia

Informazione in economia

Perché mai l’informazione deve essere tanto importante in economia? E, soprattutto, di che tipo d’informazione si tratta? Su che cosa?
Ogni attività che è svolta dall’uomo richiede sempre una certa quantità d’informazione per essere portata a termine. Anche una semplice passeggiata quotidiana richiede la conoscenza di alcuni aspetti essenziali: su come vestirsi, sul tempo che impiegheremo, su chi o cosa potremmo incontrare. Se la passeggiata è stata fatta tante volte sullo stesso percorso, l’informazione che abbiamo è di tipo ricorrente; anzi, questa tipologia d’informazione è la più completa e la più rassicurante.
A maggior ragione ciò avviene per ogni attività economica. Quante più sono le informazioni note, con tanta maggiore fiducia si può avviare un’attività economica. Se l’attività economica è stata svolta, in passato, più volte con successo, l’informazione che si ha sulla propria attività economica ci appare la più completa e

lunedì 5 ottobre 2015

Per iniziare ...

Breve presentazione dell'economia dinamica

 Il meccanismo degli scambi, in economia, è l'insieme delle interazioni tra unità che tentano di scambiare qualcosa sotto opportuni vincoli. Il vincolo più importante è rappresentato dal totale di tutto ciò che può essere prodotto. Questo è un insieme eterogeneo di merci o servizi e può essere tradotto in ricchezza complessiva solo impiegando i prezzi delle singole merci.
È importante comprendere, innanzitutto, cos’è che scambiano le unità. Secondo la dottrina neoclassica, le unità scambiano merci e, tra queste, la moneta che è una merce rappresentativa che facilita gli scambi e rappresenta una riserva di valore. Quest’assunzione comporta grossi inconvenienti nella definizione di ricchezza e conduce, necessariamente, a definire dei prezzi reali che vanno distinti da quelli nominali. Il prezzo reale si forma solo in condizioni di equilibrio tra domanda e offerta, per la precisione in condizioni di equilibrio macroeconomico generale.