Pagine del blog

mercoledì 25 novembre 2015

La moneta endogena



La ricchezza prodotta in termini monetari

Abbiamo visto, nel post precedente che la Teoria Quantitativa della Moneta (TQM) non prende in considerazione il rischio d’innesco della deflazione da debiti. Tuttavia, questa, pur essendo la condizione più grave, non è certamente l’unica condizione critica che un sistema economico può attraversare. Infatti, prima che essa possa essere raggiunta, il sistema economico attraversa fasi di gravità gradualmente crescente che, alla fine, conducono alla regione deflattiva.
Riprendiamo in esame l’identità degli scambi di Fisher: P·Q = v·M. In quest’uguaglianza, il prodotto P·Q è la ricchezza prodotta e coincide con la moneta circolante v·M. Una delle ipotesi di base del modello monetarista, che si riconduce alla TQM, è che la velocità di circolazione è costante, giacché legata a fattori istituzionali e, precisamente, di diritto privato, che investono il funzionamento delle diverse figure economiche di un sistema complesso.

sabato 21 novembre 2015

Il livello dei prezzi



La TQM e il modello di economia dinamica

La Teoria Quantitativa della Moneta (TQM) è una modellazione economica che si riconduce all’identità degli scambi di Fisher. Secondo questa modellazione, a un aumento dell’offerta di moneta corrisponde sempre un aumento del livello dei prezzi. È, pertanto, opportuno che la Banca Centrale dichiari i propri obiettivi di politica monetaria in maniera tale da determinare il livello dei prezzi ritenuto ottimale per l’intero sistema economico.
Questa visione si rivela efficace solo se il sistema economico è già ampiamente sviluppato e l’attività economica è intensa. In queste condizioni, per usare i concetti propri della concezione economica prevalente, i fattori produttivi sono impiegati al massimo.
Il modello di economia dinamica, tuttavia, mostra che quest’approccio trascura il manifestarsi di una condizione molto pericolosa per i sistemi economici: la deflazione da debiti.

mercoledì 18 novembre 2015

Incertezza, fiducia e moneta



Incertezza e fiducia


La fiducia è all’origine della scelta tra otium e negotium. Quando si ha fiducia di ottenere un guadagno monetario si ha voglia di intraprendere un’attività, altrimenti le decisioni si orientano verso la rinuncia all’investimento.
Esiste una strettissima relazione, messa in luce dal modello di economia dinamica, tra fiducia, incertezza e moneta. Questa relazione funziona come una sorta di principio d’indeterminazione in cui la grandezza indeterminata è l’incertezza che, a sua volta, dipende dal modo in cui ci si confronta con la condizionedi necessità, cioè con quello stato in cui si produce sofferenza perché i bisogni primari non possono essere soddisfatti pienamente.
L’incertezza nasce ogniqualvolta l’informazione appare incompleta e incoerente, cioè manca qualcosa che permetta di compiere delle scelte, oppure si mostra contraddittoria. 

venerdì 13 novembre 2015

Il controllo della moneta



Il salasso di moneta

Il salasso è una pratica medica antichissima, nata dalla convinzione che la malattia avesse origine dalla presenza di cattivi umori in eccesso, che occorreva eliminare dall’organismo perché dannosi. La pratica fu molto diffusa nel Medioevo e si protrasse fino al XVIII secolo; essa consisteva nel ridurre drasticamente la massa di sangue circolante. Sebbene, oggi, alcune capacità curative della pratica siano riconosciute dalla medicina ufficiale, nel passato se ne fece un uso, talvolta, smodato, al punto da essere praticata comunemente dai barbieri, con conseguenze nefaste sui malati.
La teoria quantitativa della moneta è una visione dell’economia, prevalentemente ancorata alla dottrina monetarista, che associa l’inflazione, cioè l’aumento del livello dei prezzi, direttamente all’eccessiva quantità di moneta circolante. Pertanto, la soluzione al problema dell’inflazione può essere trovata riducendo drasticamente la massa di moneta circolante.

mercoledì 11 novembre 2015

Dinamica degli scambi non cooperativi



La dinamica competitiva della liquidità e della crescita

Quando è stato presentato il primo principio dell’economia dinamica, si è visto che la ricchezza di un sistema economico è pari alla differenza tra liquidità e crescita. Per capire quale sia la dinamica sottesa alla liquidità e alla crescita è importante capire, prima di tutto, come si trasferisce la liquidità negli interscambi commerciali.
Si considerino, perciò, dei sistemi economici che interagiscono tra loro, con differenti livelli di emissione monetaria. S’intende per emissione monetaria unitaria la quantità di moneta legale emessa dalla Banca Centrale in favore, mediamente, di ciascuna unità del sistema economico, che, poi, si amplifica sotto forma di moneta circolante. Si badi che tal emissione monetaria può derivare anche da valuta emessa da un altro Stato e acquisita negli scambi. Non saranno indagati, in questa fase, i modi in cui si genera il circolante.

venerdì 6 novembre 2015

La deflazione da debiti


Le cause: preferenza per la liquidità e attività economica

L’attività economica è costituita dall’insieme di tutto ciò che gli individui svolgono per produrre merci e servizi. Essa è condizionata da molte cose; tra queste: le Norme, il diritto e i contratti. Una cosa su tutte, però, condiziona l’attività economica in maniera molto forte. È la fiducia degli operatori economici. Fiducia in che cosa? Nel produrre merci e scambiarle con altre merci? Nient’affatto, come vedremo.
La tesi che la dottrina economica, oggi prevalente, va affermando è che la fiducia è soltanto un sentimento irrazionale e, come tale, non può descrivere le scelte degli operatori e non si presta a modellazioni adatte a fare previsioni economiche. Molto più scientifica è la tesi, sempre secondo questa dottrina, che gli scambi, quindi l’attività economica conseguente, avvengono perché gli individui razionali rendono, così, massima la propria utilità nel possedere un dato paniere di beni. Questo avviene sempre, nell’ipotesi che l’utilità marginale di possedere un bene sia sempre positiva. Ciò vuol dire che l’individuo

mercoledì 4 novembre 2015

Sviluppo e crescita



Sviluppo e crescita

Conoscere l’economia non è per niente un vezzo per sedicenti sapientoni. Al contrario, è indispensabile per comprendere cosa accade intorno e noi e persino dentro di noi. Non ha senso parlare di politica, di diritti e di quant’altro se non si comprende l’economia, perché essa determina quali sono la politica, i diritti e ogni altra cosa.
Lo sviluppo e la crescita, nel senso comune, sono considerati quasi dei sinonimi. Invece, si tratta di due modi completamente diversi di gestire l’economia. Essi, infatti, si riferiscono a tipi di politica economica, nel concreto, antitetici. Lo sviluppo è associato all’attuazione di una politica fiscale, che prevede l’intervento diretto da Parte dello Stato; la crescita è associata, invece, a una politica liberista, che prevede una partecipazione dello Stato meramente sussidiaria. Non vogliamo, in questo breve post, porci lo scopo di propendere per l’uno o per l’altro tipo di politica, ma solo mostrare su quali aspetti essi agiscano.

lunedì 2 novembre 2015

Primo principio dell'econodinamica



Il primo principio dell’economia dinamica

Un principio basilare dell’attuale visione economica è la cosiddetta legge di Say o legge degli sbocchi, a sua volta fondata sul principio di razionalità sostanziale. Secondo questa, in un sistema economico, se ogni individuo si comporta in modo razionale, facendo ciò che è meglio per sé, ogni offerta troverà sempre la propria domanda. Su quest’assunto si basa la tesi, secondo cui, l’equilibrio macroeconomico generale, alla fine, dovrà comunque verificarsi.
In effetti, in condizioni di ricorrenza ciclica, quando cioè il sistema economico è già a regime, può aver senso affermare che domanda e offerta tendano a uguagliarsi. Quando, però, il sistema economico ha subito uno shock di natura esogena, ciò non è più vero. Infatti, quando si manifestano fatti nuovi che interrompono la ricorrenza del ciclo economico, tende a manifestarsi indeterminazione nelle scelte degli operatori economici, causata dalle variazioni degli stati assunti dal sistema economico. Nell’assunto visto sopra si nota