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sabato 21 novembre 2015

Il livello dei prezzi



La TQM e il modello di economia dinamica

La Teoria Quantitativa della Moneta (TQM) è una modellazione economica che si riconduce all’identità degli scambi di Fisher. Secondo questa modellazione, a un aumento dell’offerta di moneta corrisponde sempre un aumento del livello dei prezzi. È, pertanto, opportuno che la Banca Centrale dichiari i propri obiettivi di politica monetaria in maniera tale da determinare il livello dei prezzi ritenuto ottimale per l’intero sistema economico.
Questa visione si rivela efficace solo se il sistema economico è già ampiamente sviluppato e l’attività economica è intensa. In queste condizioni, per usare i concetti propri della concezione economica prevalente, i fattori produttivi sono impiegati al massimo.
Il modello di economia dinamica, tuttavia, mostra che quest’approccio trascura il manifestarsi di una condizione molto pericolosa per i sistemi economici: la deflazione da debiti.
Per comprendere bene cosa intendiamo dire, è bene prendere in considerazione l’identità degli scambi di Fisher:
P·Q = v·M
In questa semplicissima uguaglianza compaiono le seguenti grandezze:
-          P è il livello dei prezzi, cioè la media ponderata dei prezzi dei prodotti, con fattori di ponderazione pari alle quantità di ciascun prodotto;
-          Q è la produzione totale o attività economica, in un tempo unitario, comprendente sia i beni materiali sia quelli immateriali sotto forma di servizi; tra questi anche l’attività lavorativa;
-          v è la velocità di circolazione, cioè il numero di passaggi compiuti dalla moneta, di mano in mano, nel prefissato intervallo di tempo in cui si sviluppa l’attività economica Q;
-          M è l’offerta di moneta da parte della Banca Centrale; se nella velocità di circolazione è compreso anche il moltiplicatore monetario, coincide con l’emissione monetaria.
Non è difficile osservare che, se si suppone la velocità di circolazione costante e i fattori della produzione impegnati al massimo delle loro capacità produttive che il livello dei prezzi si ottiene dalla semplice relazione:
P = v·M/Q
Riportando in un diagramma tridimensionale, attività economica – emissione monetaria – livello dei prezzi, la relazione ottenuta si ottiene una superficie, che è costituita da un iperboloide iperbolico, indicata in verde nella Figura 1.

Andamento del livello dei prezzi secondo il modello di economia dinamica, in funzione dell'attività economica e dell'emissione monetaria, confrontato con il modello della Teoria Quantitativa della Moneta derivante dall'identità degli scambi di Fisher
Figura 1

La caratteristica di questa dipendenza del livello dei prezzi dall’emissione monetaria evidenzia che, quando l’attività economica tende a scemare, il livello dei prezzi tende a crescere in maniera asintotica e quest’andamento asintotico si manifesta per qualsiasi livello di emissione monetaria.
Ciò significa che un sistema economico in cui l’attività economica si contrare sempre più, cioè è in decrescita, è indotto sempre a un aumento del livello dei prezzi. Ciò appare essere in contraddizione con l’evidenza empirica giacché la decrescita dei nostri giorni è stata finora accompagnata, non da un aumento dei prezzi, ma da una loro riduzione: la deflazione.
Deve quindi esistere un meccanismo della formazione del livello dei prezzi di natura diversa dalla semplice identità degli scambi di Fisher. Questa identità, in effetti, è da ritenersi vera perché è una semplice identità contabile; tuttavia la sua validità dipende dal modo in cui l’informazione economica si trasferisce e giunge alle singole unità. Essa è quindi vera solo quando l’informazione giunge a tutti gli operatori e questi sono in grado di compiere scelte coerenti con l’informazione che a essi giunge.
Il principio di massima entropia, che tiene conto del modo in cui si trasferisce l’informazione, permette di desumere un modello alternativo a quello della TQM. Precisamente, il livello dei prezzi varia in modo molto più complesso di quanto previsto da quest’ultima. L’andamento previsto dal modello di economia dinamica è riportato in Figura 1 ed è costituito dalla superficie di colore rosso-celeste nel diagramma tridimensionale attività economica – emissione monetaria – livello dei prezzi.
Si nota che, quando l’attività economica è molto intensa, i prezzi tendono a diminuire con l'aumentare di detta attività, in modo molto simile a quanto previsto dalla TQM. Infatti, la superficie verde (modello TQM) e quella celeste (modello econodinamico) tendono a confondersi quando l’attività economica è molto grande.
Le cose vanno molto diversamente quando l’attività economica si contrae. Si nota, infatti, che il livello dei prezzi cresce meno di quanto teorizzato dalla TQM e, per fissata emissione monetaria, raggiunge un massimo (in corrispondenza del passaggio tra il colore celeste e il rosso) e poi il livello dei prezzi inizia a diminuire, prima lentamente, poi molto rapidamente.
La parte di superficie colorata di rosso è la regione della deflazione da debiti. Il modello di economia dinamica mostra che in questa regione ogni aumento dell’attività economica si traduce, immediatamente, in cessione di moneta all’esterno, chiarissimo sintomo di debito diffuso.
Una volta che un sistema economico entra in questa regione, esso si comporta come un sistema fortemente depresso ed è destinato al collasso economico. Uscire dalla regione colorata di rosso, richiederebbe un aumento dell’attività economica, tale da riportarlo nella regione celeste, cioè un forte aumento dell’attività economica, molto brusca. Ciò, però, è reso impossibile dall’estrema pendenza dell’andamento del livello dei prezzi che induce iperinflazione. Si ha iperinflazione anche quando si tenta di emettere più moneta. Solo una possente emissione monetaria, accompagnata da crescita, cioè un forte sviluppo non graduale, bensì estremamente poderoso, può risollevare un sistema di questo tipo. La storia della Germania nel primo dopoguerra (iperinflazione di Weimar) e nel secondo dopoguerra (piano Marshall) ci mostra che questo è proprio ciò che accade a un sistema economico condotto in condizione di deflazione da debiti. Anche la storia, più recente, dell’Argentina, prima con la sua iperinflazione, poi con il suo fallimento, ci fa ritenere che questo modello sia corretto.
Osservando la regione rossa, cioè la regione deflattiva, si nota che essa si estende sempre di più, fino ad interessare livelli di attività economica sempre più grandi, quando l’emissione monetaria tende a ridursi. Anzi, può dirsi che, a parità di attività economica, un sistema economico può essere condotto nella regione della deflazione da debiti per effetto della contrazione di emissione monetaria da parte della Banca Centrale o a causa di un deflusso di.liquidità che riduce la moneta circolante. Il modello di economia dinamica indica, infatti, che, se l’emissione monetaria, di cui effettivamente usufruiscono le unità, scende al di sotto del valor medio tra il reddito rapportato alla velocità di circolazione e la preferenza per la liquidità, il sistema economico entra in deflazione da debiti, perché non vi è sufficiente moneta atta a consentire l’estinzione dei debiti.
Occorre chiarire come mai un’indentità contabile, come quella degli scambi di Fisher, non possa essere rispettata nella regione della deflazione da debiti e, anche, nella regione che precede il suo raggiungimento. Il motivo di ciò è da attribuire al fatto che l’identità contabile è vera solo quando l’informazione sul modo in cui evolve l’attività economica, che condiziona le scelte economiche e che giunge tramite i prezzi monetari, raggiunge tutti gli operatori e permette loro di compiere scelte complete e coerenti. Quando, però, il livello d’indebitamento inizia a diffondersi, gli stati cui le unità possono accedere si riducono drasticamente, sempre più, al crescere del livello d’indebitamento. Questa evenienza è segnalata nel modello di economia dinamica dal fatto che l’entropia economica si riduce sempre più. Ciò rende inutilizzabile l’informazione e gli operatori non possono compiere scelte coerenti e complete per effetto del ridursi degli stati accessibili, cosa che rende più evidente lo spettro dello stato di necessità da cui essi vogliono tenersi lontani; si attribuisce, così, alla liquidità un’importanza gradualmente crescente con la riduzione degli stati accessibili.
In queste condizioni, la tesi monetarista, secondo cui la moneta è neutrale, non ha più alcuna validità. Infatti, il rapporto M/P, il cosiddetto saldo monetario reale, varia notevolmente al variare dell’emissione monetaria e non è, quindi, più correlato alle sole dotazioni del sistema economico, ma anche al modo in cui esso tende ad evolvere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Due domande: 1. Quando lei dice che il modello di Fisher è vero quando tutti gli operatori hanno l'informazione necessaria, intende dire che dal suo modello (che tiene conto dell'informazione) si può ricavare come caso particolare la prima citata identità? 2. Perché si chiama "deflazione da debiti"? Che c'entrano i debiti se prima si parlava solo di emissione della moneta e attività economica?

Econodinamica ha detto...

1 – Esattamente; quando la preferenza per la liquidità è trascurabile l’andamento dei prezzi nel modello di economia dinamica coincide perfettamente con l’identità di Fisher. Tra l’altro, preferenza per la liquidità e attività economica sono tra loro inversamente proporzionali. La preferenza per la liquidità aumenta quando si accresce l’incertezza causata da informazione mancante o incompleta sugli stati cui il sistema accede.
2 – Si chiama “deflazione” perché la quantità di moneta immessa nel sistema è insufficiente; da “debiti” perché il modello mostra che in queste condizioni, a parità del livello dei prezzi, ogni aumento di attività economica del sistema si traduce non in acquisizione di moneta ma in cessione di moneta all’esterno e ciò è sintomatico dell’esistenza di debito diffuso. Inoltre, l’entropia è molto bassa, indicando che un sistema di questo tipo non può accedere a molti stati economici, esattamente come accade per chi è in debito.