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sabato 26 marzo 2016

I canali monetari



Il canale monetario del Tesoro

Si prosegue ancora il discorso iniziato nel post precedente per mostrare se esiste un modo affinché un sottosistema, una volta entrato nella regione della depressione, possa essere risollevato da questa condizione. Si è visto che questo è possibile ricorrendo a emissione monetaria diretta verso il sottosistema considerato.
L’attuale visione economica ritiene che un’azione del genere sia inutile e, soprattutto, dannosa perché condurrebbe a un aumento dell’inflazione. Questa conclusione, a dire il vero, non è del tutto campata in aria e occorre, quindi, precisare quali sono le modalità corrette per esercitare un’azione di questo tipo senza indurre inflazione e deprimere, alla lunga, ancora di più il sistema.
Prima di addentrarsi su come ricorrere a un’emissione di moneta che non generi inflazione, occorre chiarire, ancora una volta, cos’è l’emissione monetaria e come essa avvenga.

Si ricorda che l’emissione monetaria è un allargamento della base monetaria, cioè della quantità di moneta legale prodotta e messa in circolazione da una Banca Centrale che ha potere di signoraggio; cioè il potere conferitole da un’autorità sovrana di stampare moneta. La circolazione della moneta stampata è affidata a tre diversi canali monetari.
Quest’ultimo fatto è di notevole rilievo e va riguardato con attenzione perché i tre canali monetaribancario, del Tesoro ed estero – sono molto diversi tra loro, non soltanto perché le figure che emettono la moneta sono diverse, ma soprattutto perché sono diversi i soggetti a cui la moneta giunge prima di circolare altrove.
Il canale monetario bancario fa capo direttamente alla Banca Centrale e indirizza la moneta direttamente sulle banche che la impiegano in prestiti alle imprese e alle famiglie. Il canale monetario estero fa, invece, giungere moneta direttamente alle imprese quando queste ottengono profitti dal settore estero, e le banche fungono semplicemente da intermediarie; solo dopo, le imprese indirizzano la moneta verso banche e famiglie (salari). Il canale monetario del Tesoro indirizza l’emissione di moneta verso la Spesa Pubblica, quindi, direttamente verso servizi che impiegano lavoratori pagati dal Tesoro e verso appalti di prestazioni e di forniture, cioè, imprese.
Si comprende, quindi, che la diversificazione dell’emissione monetaria su più canali monetari permette di raggiungere il maggior numero possibile di sottosistemi di un sistema economico eterogeneo. In questo modo, se un sottosistema è in sofferenza è possibile attivare l’apposito canale monetario in grado di risollevarlo. Ciò è tanto più vero quando la sofferenza è prodotta da uno squilibrio commerciale con il settore estero che investe, innanzitutto le imprese, o quando la sofferenza è prodotta da uno squilibrio interno al sistema eterogeneo che investe i lavoratori.
L’aver penalizzato, dagli anni ’80 in poi, il canale monetario del Tesoro, sbandierando lo slogan che «la Spesa Pubblica è improduttiva», e che tale canale monetario è discrezionale, ossia serve solo a scopi contingenti e utilitaristici solo di qualcuno, ha lentamente trasformato i sistemi economici pienamente sviluppati in sistemi depressi e sottosviluppati. Ciò per effetto degli squilibri commerciali e di quelli interni, prodotti dalle svalutazioni interne, che hanno depresso sempre di più, nei sistemi in deficit commerciale, quella parte del sistema economico complessivo costituente il vero motore dell’economia reale: imprese e lavoratori.
Infatti, i sistemi in deficit commerciale che hanno attuato svalutazioni interne, contraendo o annientando del tutto l’azione della Spesa Pubblica, ormai possono ricorrere a un solo tipo di canale monetario: quello bancario. Il risultato è che i sottosistemi bancari e finanziari rigurgitano di moneta che giunge dalla Banca Centrale e che non è impiegata per sostenere l’economia reale.
Perché? Forse perché le banche sono intrinsecamente cattive? No di certo. Il motivo è molto più semplice e razionale. Imprese e famiglie non sono più in grado di offrire quelle garanzie richieste dalle banche per compiere prestiti a un basso tasso d’interesse, quello che dovrebbe essere da stimolo all’economia, se tutto andasse per il verso giusto, per il semplice motivo che nei sottosistemi dell’economia reale non circola moneta a sufficienza che permetta loro di estinguere il debito contratto con le banche. Sicché queste, semplicemente non prestano e preferiscono orientarsi verso attività apparentemente più sicure: le attività speculative.
L’unico canale monetario che potrebbe fornire supporto a famiglie e imprese è quello collegato alla Spesa Pubblica che è ormai dismesso e inutilizzabile perché i governi non possono interagire con una Banca Centrale indipendente per Statuto e sono esposti ai diktat dei mercati finanziari, la cui fiducia dipende dall’ortodossia alle dottrine neoclassica e monetarista delle scelte compiute dai governi stessi (i cosiddetti Vigilantes Bond). Inoltre, non è neanche possibile indebitarsi con i mercati finanziari per via dei vincoli di bilancio pubblico imposti; cosa ancora più grave per quei Paesi, tra cui l’Italia, su cui gravano già pesantissimi oneri passivi sul debito pubblico.
Eppure, non vi è altra possibilità se non quella di una riattivazione forte e incisiva del canale monetario del Tesoro per risollevare l’economia reale. Se non si volesse percorrere questa strada, nubi fosche e minacciose si addenserebbero sul nostro futuro perché, nella storia umana, è sempre stata forte la tentazione di ricorrere a strumenti di altra natura, per porre rimedio ai problemi interni, al solo scopo di non dover dire: «scusate, abbiamo sbagliato».
Vediamo come funzionerebbe sui sottosistemi depressi l’azione del canale monetario del Tesoro, sia essa indirizzata verso famiglie o imprese. Allo scopo, è utile la figura 1 in cui un sottosistema depresso mostra un’elasticità reciproca che si discosta sensibilmente dal valore di un sistema pienamente sviluppato. L’emissione monetaria che giunge su di esso, tramite il canale monetario del Tesoro, fa innalzare il legame logaritmico prezzi – attività economica e, ciò, produrrebbe, come dicono i monetaristi, inflazione
Un'azione di sviluppo di un sottosistema depresso è possibile modulando l'emissione di moneta con l'aumento di attività economica, cioè di produzione.
Figura 1 - azione antinflazionistica di sviluppo di un sottosistema
Se, però, l’incremento relativo di emissione monetaria è accompagnato da un aumento relativo dell’attività economica, è possibile vedere, ricorrendo al modello di economia dinamica, che i prezzi rimangono costanti, cioè non si produce alcuna inflazione se l’incremento relativo di attività economica varia secondo una legge del tipo:
Δv/v = 1/F(m,v) · Δm/m              (1)
Cioè, l’emissione monetaria deve essere modulata in modo da espandere le capacità produttive del sistema interessato di modo che, a un’unità in più di moneta emessa, debba corrispondere un ben definito aumento di servizi, infrastrutture e beni in genere. Poiché la preferenza per la liquidità è inversamente proporzionale all’attività economica, l’effetto di quest’azione è anche quello di liberare risorse monetarie inutilizzate, sia per la crescita dei capitali, sia per la domanda di beni.
Dalla figura 1, infatti, si vede che, in questo modo, il punto rappresentativo del sottosistema si sposta in orizzontale verso destra e, nel contempo, l’elasticità reciproca diminuisce fino a tornare al valore -1, riportando, gradatamente, il sottosistema nella regione di pieno sviluppo. Nell’equazione (1) compare il fattore F(m,v) che rappresenta il fattore monetario. Questo fattore compare a denominatore e ciò indica che solo nei sistemi depressi, non ancora in deflazione da debiti, è possibile attuare efficacemente l’azione derivante dalla Spesa Pubblica tramite il canale monetario del Tesoro.
Pertanto, il canale monetario del Tesoro serve al suo scopo in modo preventivo ed è tutt’altro che un canale discrezionale; cioè esso deve intervenire ogniqualvolta un sottosistema inizia a mostrare segni di sofferenza. Se il sottosistema giunge nella regione della deflazione da debiti, caratterizzata da un fattore monetario negativo, in cui il debito è talmente esteso che prendono avvio le dismissioni e svendite delle attività produttive, la (1) mostra che non è più possibile attuare alcuna azione antinflazionistica. In questa configurazione, abbiamo visto, infatti, che ogni tentativo di accrescere l’attività economica può generare iperinflazione. Solo un’emissione monetaria oltremodo possente e un ampio piano di espansione economica possono risollevare il sistema dalla deflazione da debiti e, nonostante ciò, nulla può dirsi, a priori, sui suoi effetti sull’inflazione che dipendono da come evolve l’azione esercitata.
Proprio per la caratteristica summenzionata del canale monetario del Tesoro di essere utile a scopo preventivo, prima che si inneschino condizioni critiche peggiori, esso deve interagire con tutti i sottosistemi che compongono il sistema economico complessivo. Esso manifesta, quindi, al massimo le proprie capacità all’interno di un sistema democratico rappresentativo di tutte le istanze dei sottosistemi costituenti il sistema economico complessivo. Ed è così che può dirsi che un sistema economico è solido e resiliente solo nell’ambito di un vero sistema democratico pienamente rappresentativo. Le istanze democraticamente rappresentate, così, non costituiscono affatto azioni discrezionali, ma sono i veri strumenti attraverso i quali un sistema economico eterogeneo è in grado di preservare la propria stabilità.

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