Lo squilibrio monetario
Il modo in cui la moneta
giunge all’interno dei vari sistemi economici determina come si trasferisce la liquidità da un sistema a un’altro.
Sistemi economici di natura differente
possiedono parametri diversi riguardo a velocità di circolazione, preferenza per la liquidità e, infine, emissione monetaria unitaria. Questa è definita come la quantità di moneta mediamente messa a disposizione di un’unità
costituente il sistema durante una singola
interazione di scambio. Rappresenta, perciò, la moneta emessa o distribuita, in media, per ciascuna unità, in un
periodo di riferimento in cui la velocità
di circolazione é unitaria. La moneta circolante si amplifica, in
seguito, per effetto della velocità di
circolazione, ma non in maniera a essa proporzionale, come previsto dalla Teoria Quantitativa della Moneta, perché
la preferenza per la liquidità, che dà
luogo alla formazione dei risparmi,
fa ristagnare il circolante generato
in depositi monetari.
L’attività finanziaria tende a smobilitare i depositi
e questo tipo di attività aggiuntiva
si affianca alle altre attività, possedendo anch’essa una propria velocità di circolazione (molto alta) e
un proprio livello di preferenza per la
liquidità (in genere bassa) associata a incertezza.
L’azione finanziaria non mobilita i risparmi a costo zero, ma lo fa introducendo un tasso d’interesse, cui è associato del debito aggiuntivo che non trova copertura nel circolante generato. Inoltre, la mobilitazione dei risparmi comporta la loro trasformazione
in quote di capitale, sicché i risparmi sono orientati verso la crescita e non verso liquidità disponibile. In questo modo,
la preferenza per la liquidità è
auspicata dall’attività finanziaria e
non va nel verso di potenziare la domanda
ma nel verso di deprimerla, perché potenzia la crescita. E, così facendo, si riduce il circolante.
Pertanto l’attività
finanziaria accresce la tendenza a deprimere la liquidità disponibile per la domanda.
Quest’affermazione può apparire, a prima vista, errata perché, si obietterà, il
finanziamento favorisce la domanda sia di beni di consumo, sia di investimenti.
Nel breve periodo l’obiezione è vera,
ma non lo è nel tempo occorrente affinché l’informazione
economica si diffonda nel sistema, cioè affinché l’entropia si massimizzi. Infatti, la massimizzazione dell’entropia comporta che devono venirsi a creare differenziali di entropia positivi da un
lato, e negativi dall’altro. Questi differenziali sono associati a credito nei sistemi finanziari e debito in altri sistemi e sono
inversamente proporzionali all’emissione
monetaria unitaria sopra definita, indicando che, quando la moneta è contratta, serve più informazione, e si ha maggiore incertezza, perché è più difficile che
il debito ripaghi il credito.
In particolare, si ravvisa che le variazioni di entropia assumono il seguente aspetto:
ΔS = Q/m
dove ΔS è la
variazione di entropia; Q è la liquidità assorbita se positiva, ceduta se negativa; m è
l’emissione monetaria unitaria,
grandezza, per come definita, di tipo intensivo.
L’analogia tra questa espressione e l’analoga
relazione nota in termodinamica è pressoché perfetta. In entrambe, una
grandezza estensiva ΔS si ottiene come rapporto tra una grandezza
estensiva Q e una grandezza intensiva
che, nel caso termodinamico, è la temperatura,
nel caso economico, è l’emissione
monetaria unitaria. La liquidità
è, perciò, perfettamente analoga al calore,
mentre si è già osservato che la crescita
è analoga al lavoro termodinamico
occorrente per espandere un sistema.
È possibile impiegare utilmente quest’analogia indicando, come sistema freddo, un sistema economico con
minore emissione monetaria unitaria
e, come sistema caldo, un sistema con
emissione monetaria unitaria maggiore.
Per raffreddare un sistema si può,
allora, pensare si farlo espandere, facendogli
compiere una crescita.
Si pensi, adesso, a due sistemi economici omogenei, caratterizzati da differenti parametri,
che interagiscono tra loro negli scambi (figura
1). Il primo sia un sistema caldo
e l’altro un sistema freddo; quindi
caratterizzati da emissione monetaria
unitaria rispettivamente pari a m1
e m2, con m1 > m2.
Figura 1 |
Affinché l’entropia
sia la massima possibile, cioè
avvenga l’evento avente probabilità maggiore, deve essere:
ΔS = |Q|/m2
- |Q|/m1 > 0
Cioè la
liquidità si trasferisce sempre dal sistema con emissione monetaria unitaria
maggiore a quello con emissione monetaria unitaria minore.
Nel sentire comune, gli squilibri commerciali sono associati, non tanto a una differenza di
emissione monetaria, quanto a una
differenza del livello dei prezzi.
Ciò, sebbene tutti sappiano che una svalutazione
monetaria, ossia la riduzione del
valore della moneta del sistema che cede liquidità, sia in grado di risolvere lo squilibrio. La differenza del livello
dei prezzi è solo una conseguenza dello squilibrio
monetario, cioè del differente modo in cui la moneta giunge nei sistemi economici interagenti. Per rendersene
conto, è sufficiente osservare l’andamento del livello dei prezzi al variare dell’emissione monetaria, qui e qui. Si vede che i prezzi aumentano all’aumentare dell’emissione monetaria unitaria
e si riducono al diminuire di quest’ultima.
Per capire l’effetto dell’emissione monetaria unitaria, occorre aver chiaro che la quantità
complessiva di moneta, cioè il reddito,
cui un’unità ha accesso, dipende, al
netto dei risparmi, dalla velocità
degli scambi o di circolazione.
Pertanto, non si sta affatto dicendo che la liquidità
si trasferisce, in generale, da chi ha un reddito più alto a uno più basso. Per
esempio, tra operai e banchieri, i secondi hanno un reddito più alto dei primi,
ma la liquidità tende ad andare dagli operai ai banchieri, perché questi ultimi
hanno una velocità degli scambi molto
più alta di quella degli operai. Perciò l’emissione
monetaria unitaria – cioè la moneta disponibile in un periodo di tempo in
cui la velocità di circolazione è
unitaria – è più bassa per il banchiere che per l’operaio. Tuttavia, anche
il banchiere può scambiare con qualcuno che, sebbene abbia una velocità degli
scambi molto più bassa, ha un’emissione monetaria unitaria ancora più bassa, ad
esempio un poveraccio, e, allora, il banchiere fa beneficienza, cedendo liquidità.
Il confronto tra
i redditi ha, invece, significato quando interagiscono sistemi economici
con le medesime caratteristiche; ad
esempio gli insiemi dei consumatori di un sistema domestico e di uno estero. In
questo caso, in cui le velocità di
circolazione sono confrontabili, è il sistema dei consumatori con il
reddito più alto a cedere più facilmente liquidità.
È così che ha origine uno squilibrio commerciale e poiché, in questo caso, l’insieme dei redditi coincide con il circolante,
è ovvio che, in questa competizione,
prevale chi tiene più sotto controllo l’emissione di moneta e riduce, così, il circolante. In realtà, la riduzione
del circolante permette il contenimento della liquidità disponibile, cioè del livello
di domanda interna e non è difficile riconoscere, in quest’azione, una nuova forma di protezionismo attuata senza dazi.
Potrebbe sembrare che il trasferimento di liquidità, come descritto, possa comportare, alla
lunga, un riequilibrio, allo stesso
modo di come un corpo caldo che cede calore a un corpo freddo, alla fine, giunge
a una temperatura di equilibrio, per cui il corpo più freddo si riscalda e
quello più caldo si raffredda. Ed è qui che entra in gioco l’enfasi sulla crescita, perché essa
permette di cristallizzare lo squilibrio,
raffreddando sempre di più il corpo più freddo, in ciò aiutati dalla liquidità entrante che permette la
formazione di nuovi capitali.
Accade, quindi, che il sistema freddo si raffreddi sempre di più compiendo una crescita grazie alla liquidità ricevuta, che si tramuta in capitali indirizzati sul sistema in deficit, che, a sua volta, subisce
l’azione di questi capitali, che ne comprimono
l’attività economica, surriscaldandolo. Cioè i capitali esteri sottraggono attività economica ai capitali domestici, che tendono a
passare sotto forma di liquidità
disponibile. E il ciclo di sottrazione di liquidità
ricomincia.
Non è ancora finita perché il trasferimento di liquidità, sopra descritto, avviene per effetto di
uno squilibrio monetario, al pari di
come, in termodinamica, una differenza finita di temperatura comporti uno squilibrio termico che genera
trasferimento di calore. Esso è, quindi, irreversibile
e produce un ulteriore aumento di entropia
causato dall’irreversibilità stessa.
Ed è questa, assieme a quanto visto sopra, a rendere impossibile il riequibrio che, invece, sarebbe
possibile o svalutando la moneta del sistema caldo che, così, si raffredda
repentinamente, esaurito l’overshooting,
o, mediante un comportamento cooperativo
del sistema freddo che distribuisca
la ricchezza aggiuntiva al proprio interno, sotto forma di circolante, potenziandone la domanda;
ossia, reflazionando.
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